Roma, 30 settembre
Un’unica voce si è alzata oggi sotto le principali sedi Rai: “Khaled el Qaisi libero subito”.
La protesta ha unito le città di Roma, Bologna, Napoli, Trieste, Cagliari, Ancona e L’Aquila. A cui lunedì 2 ottobre si aggiungerà Milano, dov’è previsto un presidio alle ore 18 presso Corso Sempione. Mobilitazioni che si accompagnano all’accorato e determinato appello rivolto alle autorità italiane da numerosi esponenti del mondo accademico e intellettuale, pubblicato sulla stampa nazionale.
Il presidio a Roma, in viale Mazzini, è stato partecipato da diverse realtà, associazioni locali, reti e singoli riuniti in assemblea al Parco delle energie. Insieme a tutte le organizzazioni che da giorni aderiscono alla campagna di liberazione di Khaled: dai Giovani palestinesi d’Italia ad Amnesty International, da Rete Pace e Disarmo ad Assopace Palestina, da Bds Italia ad Arci, dai Cobas al Fronte della Gioventù Comunista, alcune categorie della Cgil e Potere al Popolo, dal Forum Parco delle Energie, a Nonna Roma al Comitato dei genitori dell’istituto comprensivo “Simonetta Salacone”.
«La scelta di mobilitarci sotto le sedi Rai – spiega Francesca Antinucci, moglie di el Qaisi – è dovuta al ruolo che hanno i media e, soprattutto, il servizio pubblico, nell’informare in modo corretto e adeguato su un fatto gravissimo». Perché tale è l’arresto dello studente italo-palestinese consumatosi lo scorso 31 agosto al confine tra Cisgiordania e Giordania al rientro delle vacanze con la famiglia, cui è seguita la deportazione nel carcere israeliano di massima sicurezza di Petah Tikva, in regime di isolamento e sottoposto a interrogatori quotidiani. Senza che siano state ancora formulate accuse, né il giovane abbia potuto ricevere assistenza legale, in violazione dei diritti fondamentali della persona garantiti dal diritto internazionale.
Una necessità crescente, quella di tenere alta l’attenzione sul caso, in vista dell’udienza di domani, domenica 1° ottobre, nella quale i giudici israeliani dovrebbero pronunciarsi sulla doverosa liberazione di Khaled el Qaisi. Un appuntamento cruciale che potrebbe sancire la fine dell’ennesima persecuzione arbitraria perpetrata ai danni di cittadini palestinesi e a doppia cittadinanza o l’aggravarsi del caso al di là di ogni sensata e ragionevole prospettiva.
Il comitato per la liberazione di Khaled el Qaisi