Quelle provenienti da Scuola e Università sono state fra le prime manifestazioni di solidarietà a Khaled in Italia. Prima di tutto con la diramazione dei due comunicati ufficiali dell’università di Khaled La Sapienza, uno del rettorato centrale e il secondo, molto più particolareggiato del dipartimento di Studi Orientali
La componente studentesca si è inoltre dimostrata estremamente ricettiva e disponibile a partire dalla partecipatissima assemblea a Lettere del 15 Settembre (foto qui affianco).
Le mobilitazioni si sono susseguite con fitti volantinaggi e attacchinaggi nell’ateneo e la componente accademica ha lanciato un appello firmato da docenti e ricercatori in tutta Italia (già pubblicato su questo sito).
In seguito il dipartimento di Studi Orientali si è nuovamente reso disponibile a organizzare una Tavola Rotonda sul caso di Khaled el-Qaisi per discutere a livello tecnico-legale le sue implicazioni per le procedure legali nei rapporti internazionali.
Al termine della conferenza è stato redatto un comunicato che “chiede con forza al nostro Ministero degli Affari Esteri di fare ogni sforzo possibile per mettere fine al vulnus nel Diritto internazionale arrecato dallo svolgersi degli eventi di questa vicenda”
Segnaliamo infine l’ampia solidarietà ricevuta da scuole medie secondarie di Roma, Olbia, Ariccia (da parte di lavoratori e lavoratrici della scuola, docenti e personale ATA), in particolare pubblichiamo il comunicato dell’Istituto Comprensivo Simonetta Salacone:
“La comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo “Simonetta Salacone” si stringe intorno alla famiglia di Khaled El Qaisi. Riteniamo che la scuola non sia solo il luogo dedicato alla didattica e all’apprendimento, ma uno spazio di condivisione e di crescita nel rispetto delle idee e delle peculiarità di ogni individuo, al fine di costruire una società futura coesa, pacifica e operante nella legalità. Il rispetto dei diritti umani è alla base dei nostri intenti educativi e, pertanto, ci auguriamo che Khaled torni presto a casa, nella piena garanzia dei suoi diritti.”
Le mobilitazioni da parte degli studenti universitari nel frattempo non si sono mai fermate con cortei interni e numerose altre iniziative informative sul caso di Khaled per rompere la cortina di silenzio che imperversa sui maggiori media di questo paese.
Ringraziamo studenti, ricercatori, ricercatrici e corpo docente di scuole e università per tutto l’impegno profuso e invitiamo coloro che hanno partecipato a tutte le mobilitazioni a non abbassare ancora la guardia, fino a che non avremo la reale possibilità di riabbracciare Khaled.
Comitato per la liberazione di Khaled el Qaisi