Dal primo ottobre Khaled è stato scarcerato dietro condizioni e limitazioni – quali il divieto di espatrio e la reperibilità ai fini delle indagini ancora in corso – ed è riuscito a raggiungere la famiglia a Betlemme.
La situazione generale in Palestina ha visto un’escalation di violenza e repressione anche in Cisgiordania, con ondate di arresti e decine di palestinesi uccisi negli scontri.
La vita quotidiana è complessa, a Betlemme, come in altre città e villaggi palestinesi. Ogni famiglia si è attivata per riempire i bidoni dell’acqua, già “normalmente” carente, e per fare rifornimenti alimentari.
Sono giornate di lutto e di sciopero generale, in protesta per il massacro in corso nella striscia di Gaza. I checkpoint continuano a essere chiusi, mentre il transito attraverso il valico di Allenby è limitato e possibile solo in alcuni giorni.
Ultimamente i contatti con Khaled sono abbastanza frequenti; sta bene e ringrazia tutti: singoli, organizzazioni, le diverse realtà e i rappresentanti delle forze politiche che, a vario titolo, hanno espresso solidarietà e vicinanza e che si sono spese e dedicate perla risoluzione della sua vicenda. Al momento, data la situazione caotica, Khaled non è ancora riuscito a riottenere i propri documenti e attende fiducioso lo scadere delle restrizioni.
Come Comitato torneremo a riunirci a breve per fare il punto della situazione. Ci preme intanto ringraziare chi ha voluto contribuire al crowdfunding, grazie al quale siamo riusciti a produrre il materiale informativo della campagna e a coprire parte delle spese legali, sia in Italia che in Palestina. Al momento, quindi, ci sentiamo di poter sospendere la raccolta fondi online, dato il buon risultato
raggiunto.
Approfittiamo di questo aggiornamento per invitare tutti e tutte a oltrepassare la cortina della colpevole disinformazione dei media europei tenendosi quanto più aggiornati possibile sulla grave situazione di Gaza e dei Territori Occupati, fonte di preoccupazione per le potenziali evoluzioni in Palestina e in tutta la regione.